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Dal 2010 Elena Redaelli ha intrapreso una ricerca incessante viaggiando, sperimentando e collaborando con realtà internazionali. I suoi progetti spaziano dalla scultura tessile, all’ arte ambientale e partecipata. “Attraverso la mia ricerca esploro processi di generazione e trasformazione della materia, applicando diversi livelli di controllo e indagando i limiti tra autorialità e partecipazione attiva. Talvolta il materiale prende il sopravvento, altre volte sono i partecipanti di un progetto o l’ambiente stesso a farlo, risultando in un dinamico e continuo scambio. Nei miei progetti applico una commistione di tecniche differenti prese dalla scultura, dall’artigianato, dal disegno e dall’ estetica relazionale. Ricerco e utilizzo tecniche antiche: tessitura a telaio, arazzo, crochet, feltro, ricamo, annodature e carta fatta a mano. Nelle mie installazioni, che si sviluppano su larga scala, unisco metodi di lavorazione lenta a nuove tecnologie. Tutto ciò che riguarda il tessile è sempre stato estremamente affascinante per me.
Durante i miei viaggi di lavoro in Europa, Asia, USA e Africa ho raccolto informazioni e condiviso conoscenze sul vasto mondo delle fibre. Una ricerca infinita che continua tutt’ora.
LINK
Youtube https://youtu.be/UTF6DDye3rs
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Gutta cava lapidem , Flowing inspiration 2015, Yu Lei mountain, Dujiangyan, Chengdu, Chin
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Drops, 2016
Textile installation: Norwegian wool, yute.
Variable dimensions
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Geografie d’altrove, Arazzo in carta e cordame nautico riciclato. 2011, Cm x140x180
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Città invisibili, 140×180 cm
Dal 2010 è attiva a livello internazionale con progetti che spaziano dalla scultura tessile, all’ arte ambientale e partecipata. Attenta ai processi di generazione e trasformazione della materia, applica diversi livelli di controllo indagando i limiti tra autorialità e partecipazione attiva. Le tecniche attingono alla pratica della scultura, dall’artigianato, dal disegno e dall’ estetica relazionale: Tessitura a telaio, arazzo, crochet, feltro, ricamo, annodature e carta fatta a mano si rinnovano radicalmente nel linguaggio e nei processi. Nelle sue installazioni, che si sviluppano su larga scala, unisce metodi di lavorazione lenta a nuove tecnologie. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private: In Olanda, nell’ I-Park del Connetticut (USA), AA Vladivostok presso lo Zarya centre for contemporary Art, nell’Ecomuseo di Ledaal in Norvegia e a Chieri (Torino) presso la collezione civica di Fiber Art.
Bio
Elena Redaelli (Erba (Como) 1982), dopo la laurea all’Accademia di Brera, matura la sua attività in ambiti internazionali. All’inizio del 2020, ha fondato con l’artista Olandese Karin Van der Molhen il collettivo: Z.A.C. Attraverso processi di condivisione, approfondimento e produzione fra professionisti, si sta ridefinendo il contesto di quelle pratiche site-specific, legate intimamente al territorio e ai suoi elementi costitutivi, umani e non.
Mostre personali e collettive recenti:
2020 Uendelig langsomhed, Viborg Kunsthall, Denmark.
2019 Care, preserve, connect – Kunst Treff Punkt, Verein für Internationale Waldkunst e.V, Darmstsdt, DE
2018 NORI MONIGATARI, Tokiwa Museum, Ube Biennale, Ube City, Japan.
2020 RAM – Light art festival – Amsterdam, NL / WasteArt – travelling exhibition, Viljandi / Varbuse, Estonia / EB, Museum Schokland, NL / Homar International Performance Art Festival, Arta Art Contemporary Art Institute, Khorammabad, Iran
2019 Abidjan Green Art Biennial, Abidjan, Ivory Coast, Africa / Interminable Prescriptions for the Plague, MOCA Taipei, Taiwan / I-Park Site-Responsive Art Residency & Biennale, Invited artist, Connecticut, USA / WasteArt – NOT out of sight, NOT out of mind, Estonia, Latvia / Shinano Primitive art festival, Invited artist, Nagano, Japan / Duodecimal, Civic Gallery, Barnsley, UK / Cheng Long Wetlands International Environmental Art Project, invited artist, Cheng Long village, Taiwan / GROUNDSPEAK, invited artist, Schokland, Holland / Madou sugar industry art triennial, Tainan, Taiwan/ FLOM, Dalane Kulturfestivalen, Norway